Ottobre 8, 2024

La Sardegna e il turismo. Sei testimoni raccontano l’industria delle vacanze

Parlare del turismo sardo tra la gente è sempre un’esperienza curiosa e intrigante. Si scopre che, come spesso accade per vicende calcistiche, anche in questo caso tutti diventano ”esperti”. Ciascun sardo ritiene, di essere profondo conoscitore della materia e, naturalmente, il depositario di progetti, piani e valide soluzioni per migliorare il comparto turistico. Tutto ciò deriva dal fatto che la conoscenza del settore è spesso superficiale e talvolta basata su luoghi comuni e credenze popolari diffuse piuttosto che su dati di fatto oggettivi. L’opera che presentiamo, Il libro “La Sardegna e il turismo” dello storico Sandro Ruju ha appunto il grande merito di individuare dei punti fermi per una migliore conoscenza del comparto turistico regionale. Un’indagine molto accurata realizzata intervistando testimoni e protagonisti dell’evoluzione del turismo in Sardegna. Lo storico Manlio Brigaglia, Bruno Asili, per lungo tempo direttore del Centro Regionale di Programmazione e Commissario dell’Esit e dell’Isola, Umberto Giordano anch’egli direttore dell’Esit dopo una lunga carriera trascorsa all’Ente provinciale per il Turismo di Sassari, Antonio Mundula esponente storico dell’imprenditoria alberghiera cagliaritana e, infine, due protagonisti dell’imprenditoria isolana: Pasqua Salis, realizzatrice insieme al marito Peppeddu Palimodde, dell’azienda che ha realizzato il complesso turistico di Su Gologone e Gianfranco Tresoldi che ha vissuto l’esperienza di direttore dell’albergo Pontinental di Platamona. Un albergo che nel 1963, con i suoi 300 posti-letto, era la più grande struttura ricettiva della Sardegna e operava per ben sei mesi l’anno. Attraverso il racconto dei protagonisti intervistati dall’autore, emerge una visione d’insieme del comparto turistico particolarmente interessante che fa giustizia di molti luoghi comuni. Prima degli anni Cinquanta il turismo in Sardegna era quasi inesistente, evidenti limiti locali ne impedivano lo sviluppo (malaria ancora diffusa, rete di trasporti quasi inesistente, assenza di capacità professionali e imprenditorialità di settore). In quegli anni l’isola aveva appena 700 camere d’albergo, di cui solo cinquanta col bagno. Attualmente l’attività ricettiva appare ampia e diversificata. Circa 110 mila posti-letto nei 920 alberghi e quasi altrettanti negli esercizi complementari, campeggi, villaggi e bad and breakfast. Dagli anni Cinquanta a oggi il turismo sarebbe stato, a parere di Manlio Brigaglia, il responsabile di una “catastrofe antropologica” da intendere naturalmente come profondo cambiamento nel modo di vivere e di pensare del popolo sardo. Quindi qualcosa di molto importante per l’Isola. Nell’introduzione del libro, l’autore evidenzia che il turismo locale, dopo una lunga fase di sviluppo, ha attraversato una preoccupante crisi caratterizzata da un considerevole calo delle presenze, particolarmente in Gallura (area che rappresenta circa il 40% dei flussi turistici isolani). Tale crisi ha determinato una consistente contrazione dell’indice di utilizzo delle strutture ricettive e quindi dei bilanci delle aziende operanti nel settore. Una nota positiva è rappresentata da un’inversione di tendenza avviata nel 2013 che ha riportato l’indice di presenza negli alberghi ai valori del 2011, facendo pure registrare un significativo cambiamento della domanda con una maggiore presenza di stranieri, favorita anche dallo sviluppo dei voli aerei low cost. Gli alberghi sardi, in prevalenza di fascia medio – alta, trovano difficoltà a competere sul mercato in termini di costi. Si tende a identificare l’avvio del turismo nella nostra regione con la nascita del Consorzio Costa Smeralda, in realtà, la valorizzazione turistica del nostro territorio ha una storia molto più lunga e ancora in parte da ricostruire. I primi stabilimenti balneari, per esempio, sorsero ad Alghero e a Cagliari nel biennio 1862-63, pochi anni dopo la creazione del più famoso Lido di Venezia. Molto prima della costituzione del Consorzio Costa Smeralda si registrarono nell’isola diversi tentativi di realizzare un’industria turistica.
Nella presentazione del libro la studiosa Vera Zamagni, dell’Università di Bologna, fa risalire la nascita del turismo isolano a due avvenimenti importanti: la costituzione della nuova Regione a statuto speciale e l’arrivo di capitali stranieri. La Regione ha il merito di aver attivato l’Esit – che promosse la realizzazione di alberghi anche in zone interne dell’isola. L’arrivo di capitale straniero, che darà poi vita alla Costa Smeralda, produrrà importanti effetti principalmente evidenziando le potenzialità turistiche dell’isola e l’esigenza di realizzare un turismo che mirasse principalmente alla qualità. L’attività turistica in Sardegna – prosegue Zamagni – può diventare motore di sviluppo per promuovere la crescita di altri comparti produttivi isolani a condizione che si riesca a “ mettere a sistema, sia economicamente, sia ambientalmente, il turismo sardo”. Non deve neppure essere trascurata, a parere della studiosa, la possibilità di costituire consorzi pubblico-privato, non tanto per costruire nuovi insediamenti ma per connettere meglio tra loro turismo, trasporti, artigianato, industria (in particolare alimentare), agricoltura e commercio in modo tale da aumentare l’impatto locale del moltiplicatore di sviluppo rappresentato dal turismo. Le interviste contenute nel libro focalizzano le caratteristiche fondamentali della politica turistica regionale ricostruendo, in modo puntuale e particolareggiato, la realizzazione della rete di alberghi Esit in diverse zone della Sardegna, le politiche promozionali e il ruolo degli Enti provinciali per il Turismo, gli studi preparatori del Piano di Rinascita che tanta parte hanno riservato anche alla definizione delle politiche per il turismo. Come pure evidenziano una serie di riflessioni sui nodi storici del comparto quali la questione dei trasporti, le problematiche legate alla tutela dell’ambiente, la questione della formazione di personale specializzato, la questione della stagionalità delle attività alberghiere in conseguenza della quale più della metà dei flussi turistici annuali è concentrata nei mesi di luglio e agosto, l’analisi della composizione proprietaria dell’attuale struttura ricettiva isolana, l’incidenza elevata del turismo “sommerso”.

La Sardegna e il turismo. Sei testimoni raccontano l’industria delle vacanze.
A cura di Sandro Ruju
Prefazione di Vera Zamagni
Edizioni Edes