Aprile 25, 2024

PNRR, UN SILENZIO ASSORDANTE. Perché si rischia di perdere i finanziamenti del Piano?

Vanni Tola

Non facciamoci ingannare dai continui riferimenti e richiami al PNRR che vengono riportati nei resoconti del dibattito politico. Riferimenti e richiami infatti restano tali se non si traducono, con la necessaria sollecitudine, in progetti concreti e correttamente ispirati ai principi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Se ciò non accadesse, nei tempi e con le modalità previste, il rischio concreto di ricevere poco o nulla dei cospicui finanziamenti comunitari attesi, sarebbe terribilmente concreto.

Negli ultimi giorni dell’anno appena trascorso, il Governo ha comunicato che sono stati raggiunti i 51 obiettivi previsti dal PNNR per l’anno 2021. Una bella soddisfazione ma niente di più. Gli obiettivi raggiunti per il 2021 riguardavano sostanzialmente interventi propedeutici alla realizzazione del Piano, azioni in mancanza delle quali non si sarebbe potuto dare il via alla predisposizione dei progetti che il Piano dovrà finanziare.

Il silenzio delle istituzioni diventa perciò preoccupante nella misura in cui si parla poco e nulla dei passi compiuti o che si stanno per compiere per trasformare le linee guida del Piano e le azioni concrete mirate alla definizione precisa e puntuale dei progetti.

È opportuno fare chiarezza su questo aspetto. Deve essere compreso che la maggior parte dei finanziamenti relativi al PNNR dipenderà fondamentalmente dalla capacità progettuale delle amministrazioni regionali e locali. 

Alle Amministrazioni il Piano assegna infatti un ruolo chiave quali soggetti attuatori dei progetti. Ottanta miliardi (sessantasei al netto degli investimenti complementari), pari al 36% delle risorse disponibili, saranno destinate a Regioni, Province, Comuni, Città Metropolitane e altre amministrazioni locali.

La maggior parte di tali risorse saranno distribuite sulla base di bandi competitivi. Sarà cioè necessario, per battere la concorrenza dei diversi richiedenti, predisporre progetti compiuti e validi, coerenti con la strategia di base del PNNR indicata e articolata in sei missioni : 1) Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; 2) Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3) Infrastrutture per una mobilità sostenibile; 4) Istruzione e ricerca; 5) Inclusione e coesione; 6) Salute.

Per le parti residue dell’investimento, nel caso l’Istituzione attuatrice fosse l’Amministrazione centrale, sarebbe comunque prevista una buona qualità di interlocuzione e coordinamento tra questa e le Amministrazioni locali che diventerebbe determinante per stabilire la distribuzione geografica delle risorse.

In altri termini ciò significa che ciascuna realtà dovrà dimostrare sistematicamente, con numeri e metodo, che l’investimento accordato potrà generare adeguati ritorni economici in quell’area piuttosto che altrove, con riferimento agli obiettivi generali del PNNR.

Appare evidente quindi che le strutture territoriali, in concorrenza fra loro per aggiudicarsi i finanziamenti, dovranno compiere un notevole salto qualitativo affinando al meglio le proprie capacità programmatorie e progettuali per accrescere la possibilità di ottenere adeguata copertura finanziaria ai loro progetti.

Per questo sarà bene che le Amministrazioni territoriali partecipino con impegno e regolarità ai momenti di confronto previsti dalla governance del Piano in costante contato con la Cabina di regia e con il Tavolo permanente con il partenariato e le altre strutture che potranno supportare le attività di progettazione degli Enti territoriali.